E questa è una di quelle giornate in cui annusi l’aria, ti accorgi che è già sera, e quella strana sensazione di brace che si attutisce nella carne, in cerchi attorno agli occhi, ti costringe a sopportare una stanchezza priva di ricordi. L’ennesima settimana tanto rapidamente consumata da non fissarsi nella memoria, nei frammentati eventi e incontri che l’hanno urtata. Hai vissuto, ma c’è l’enorme casella bianca che non si è riempita. Ti arriva addosso il pensiero ‒ se ne valga la pena, e per quanti anni durerà ‒ e ti tocca addomesticare il germe di ansia e disperazione che intanto si acquatta nei paraggi. Mentre i fiori di pruno e di pesco, dietro casa, fan chiasso, voluttuosi.