«Me ne devo andare da qui.»
«Andare dove?»
«Ovunque. Altrove. Un posto qualsiasi dove sentire la solitudine.»
«Le persone la fuggono, di solito. Non la cercano.»
«Devi capire. Peggio del sentirsi soli c’è il sentirsi soli e circondati da gente. Ho bisogno di quella solitudine che è fine di un assedio. Assenza di odori e movimenti. Che è libertà di crollare e frantumarsi senza nessuno che guardi.»
«Sembra che le persone siano solo un male.»
«Lo sono, quando non riesci a sceglierle. Se un corpo occupa uno spazio, lì dove vuoi passare, lì quando cerchi di non essere trovato, la sua ombra ti cade addosso. È violenza. La violenza che subisci si accumula, e uccide dall’interno.»
«Quando ci sarà la lontananza che cerchi, il silenzio perfetto, che farai?»
«Questo brusio nella testa si spegnerà. E mi ascolterò.»
«Ascolterai un monologo.»
«Sì. Ma avrò una speranza: ti cercherò, sarò libero, e sarà impossibile usarti.»